martedì 12 ottobre 2021

Chi è di sinistra e chi non lo è.

Una delle prerogative storiche dei vecchi partiti comunisti era di stabilire con assoluta certezza chi era di sinistra e chi non lo era. 

La loro parola era come il Battesimo, segnava per la vita.

Questa “bollinatura”, questa patente da dare per essere di sinistra o no è transitata inalterata nei partiti post-comunisti. In Italia, principalmente, al PD.

Per cui i programmi e le decisioni del PD sono sempre e solo di sinistra, quelli che si differenziano da loro, non lo sono, anzi sono di destra.

Questo assioma è non solo acquisito ma indiscutibile in Italia.

La sa bene Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, che ha visto bollare sdegnosamente come “non di sinistra” e quindi ha subito feroci attacchi dall’ala “purista” del PD, alcune delle pregevoli riforme del suo Governo, dal Job act alla riforma della Costituzione.

Fino a stabilire, dopo la restaurazione di sinistra nel PD, che tutto quello che faceva e diceva Matteo, non poteva essere mai di sinistra e doveva essere combattuto.

Lo stesso modo di pensare lo abbiamo nel PD tornato vergine anche a Lucca: vogliamo fare alcuni esempi anche per aprire il dibattito per la costruzione di un programma riformista, per le prossime elezioni comunali a Lucca.

Un Programma amministrativo per Italia Viva, ma anche per il terzo polo, per un candidato alternativo alla sinistra e alla destra, a Sindaco di Lucca.

Il Centro-storico all’interno delle Mura e la sorte dei Paesi e dei quartieri periferici saranno certamente due dei punti di maggior interesse programmatico delle prossime elezioni comunali.

Per il centro-storico come Italia Viva abbiamo elaborato nei mesi scorsi alcune proposte, anche originali: Forte stimolo ad un ritorno alla residenza, per evitare che la città dentro le Mura finisca per diventare, in alta stagione, un dormitorio per turisti e in bassa, uno squallido deserto.

Noi Riformisti vorremmo che la nuova amministrazione comunale lanciasse un grande piano di interventi massicci, mobilitando risorse con l’aiuto delle Fondazioni Bancarie, per realizzare numerose abitazioni “social housing” in affitto e in vendita, per consentire il ritorno nel centro, di giovani coppie e coppie di anziani, ma anche la realizzazione di spazi per il commercio per calmierare i prezzi dei fondi commerciali.

Non uno spot ma un programmato intervento poliennale, di grande impatto economico e numerico, mettendo a disposizione anche alcuni dei grandi contenitori abbandonati o sotto-occupati, presenti nel centro storico.

Quello del recupero di questi numerosi contenitori, pubblici e privati, per migliaia di metri cubi, è un secondo punto prioritario.

Facciamo un breve riepilogo: Manifattura Tabacchi, Caserma Lorenzini, una area grande quasi quanto quella della Manifattura, Mercato del Carmine, Cartiere di S Iacopo, enormi contenitori privati abbandonati da decine di anni.

I grandi immobili pubblici che con grande spreco di denaro pubblico sono stati male restaurati e per questo poco utilizzati dal vasto ex- Real Collegio, con annesso ex Ostello, chiuso da anni, all’enorme Palazzo Guinigi con annessa Torre, insulsamente restaurato senza riscaldamento e inutilizzabile, la Cavallerizza, restaurata e sotto-utilizzata, per mancanza di idee, l’ex cinema Nazionale, il Mignon, parte della Pia Casa e certamente ne scordiamo alcuni.

Un altro discorso andrà fatto per quei contenitori degnamente restaurati dalle Fondazioni Bancarie, che devono trovare, con Convenzioni, anche un utilizzo pubblico, come il San Francesco, l’ex Lazzi in Piazza San Martino

C’è nello Statuto delle Fondazioni un punto inaccettabile che deve essere rimosso: l’utilizzo di questi contenitori, anche quelli pubblici, restaurati, sono fruibili da tutti, ma non dai Partiti Politici, neppure a pagamento. Equiparati alla Mafia.

Un discorso a parte va fatto per le Chiese chiuse, i sotterranei e le casermette delle Mura, le scuole dismesse, ove un Comune attivo e propositivo deve poter fare di più e meglio.

Sull’utilizzo di questi contenitori e di altri che forse ho dimenticato, si gioca l’avvenire di Lucca e noi proponiamo che la prossima amministrazione, debba fare un piano complessivo di utilizzo degli stessi da realizzare ma mano negli anni.

Un grande piano di riutilizzo e recupero di questa parte considerevole di centro-storico, costruendo una proposta che voli alto e che dia una visione di sviluppo per una città vivibile, per almeno i prossimi dieci anni. Due mandati del nuovo Sindaco.

Di fronte abbiamo amministrazioni comunali di destra e di sinistra che negli ultimi 15 anni poco o nulla hanno fatto su queste problematiche dove occorre programmazione, fantasia, duro lavoro quotidiano e una visione di sviluppo complessivo.

Siamo contro decisioni affrettate e spot poco ponderati in nome del finto decisionismo degli ultimi otto mesi, dopo nove anni e passa di colpevole inerzia.

L’unico problema discusso è la Manifattura Sud, una parte dell’intero complesso, divenuto il centro del dibattito perché alla Fondazione CRLucca è venuto in mente di fare un progetto di utilizzo che, all’intento di restaurare il bene, corrispondesse anche un risultato economico per sé stessa, coinvolgendo una delle più grandi società italiane di gestione edilizia.

Giusto o sbagliato ce lo diranno presto gli elettori, non vogliamo riaprire polemiche.

Qui nasce il collegamento con il prologo su chi da patenti di “sinistra”.

Se siamo per le scelte di Tambellini e del PD, sulla Manifattura: quelle sciagurate di ieri e quelle improvvisate di oggi, otterremo subito la patente di essere di Sinistra.

Se siamo perplessi, perché una Giunta che ha avuto 9 anni davanti a sé, per decidere su tutti i contenitori abbandonati, e non lo ha fatto, voglia decidere oggi a spot, su una piccola parte di essi, senza alcuna programmazione complessiva, a otto mesi dalla sua dipartita, siamo di destra.

Se diciamo che sulla Manifattura tutta, sulla vicina ex Caserma Lorenzini, sulle Cartiere San Jacopo, un quarto di tutto il centro storico, si faccia un piano poliennale di restauri per appartamenti da dare in affitto e in vendita in social housing e fondi commerciali per abbassare gli affitti e per rendere nuovamente vissuto il centro storico, siamo di destra

Se invece approviamo la vendita improvvisata di un piccolo pezzo di Manifattura, senza alcuna programmazione del resto, e di tutti gli altri, siamo di sinistra.

Ci rifiutiamo di accettare questi modi di pensare.

Noi abbiamo le nostre posizioni, le nostre priorità che a mio parere sono assai più di sinistra di quelle proposte da Tambellini.

Non seguire Tambellini nei mesi scorsi, nonostante le “pressioni” interne ed esterne, ha preservato le autonome posizioni di Italia Viva, che sono state apprezzate da molti e non siamo stati coinvolti nelle conclusioni sciagurate della vicenda Coima.

Proporre che il Comune di Lucca inizi a prevedere e realizzare case e fondi social housing invece della vendita di pezzi di città, in appalti di dubbia liceità, sarà titolo di merito dei Riformisti e anche di Italia Viva e del futuro Terzo Polo, anche se i puristi del PD, ovunque allocati, ci scomunicheranno e ci bolleranno come non di sinistra.

Riformisti per Lucca Viva



 

 

 

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